Dai tribunali italiani arrivano primi segnali di miglioramento dell’efficienza riguardo a esecuzioni immobiliari e fallimenti. Si tratta di una buona notizia per le banche, che così possono ottenere recuperi più veloci dai crediti in sofferenza, e per il mercato dei non-performing loans. Moody’s ha osservato in un’analisi pubblicata ieri che per la prima volta dopo anni i procedimenti completati sono stati superiori a quelli nuovi nel 2017. In altri termini il rapporto tra casi nuovi e chiusi è sceso sotto il 100%, come calcolato dall’agenzia sulla base dei dati del ministero della Giustizia. Il dato italiano è arrivato all’89% (dal 124% del 2014), con valori sotto il 100% anche nel Sud (all’84 dal 105%). I numeri sono in miglioramento anche per il Centro Italia (da 140 a 97%) e per il Nord (da 135 a 87%): queste aree mostrano percentuali in media più alte per i maggiori flussi in entrata di nuovi npl.
Le riforme giudiziarie avviate tra il 2014 e il 2016 iniziano a dare frutti, secondo Moody’s, anche se «ulteriori misure potrebbero aumentare ulteriormente l’efficienza dei tribunali». La durata dei procedimenti in Italia resta comunque largamente superiore alle medie europee. L’agenzia considera comunque i progressi «credit positive» per le cartolarizzazioni di npl. Il miglioramento delle procedure giudiziarie inciderà soprattutto sulle operazioni in cui gran parte del portafoglio si trova nella fase iniziale del processo legale. «Se le condizioni economiche in Italia rimangono stabili, prevediamo un aumento della velocità dei rimborsi e una riduzione dei costi legali per le cartolarizzazioni di npl», ha osservato Andrea Corda, analista di Moody’s. Anche per il mercato dei crediti deteriorati sarà cruciale che non ci sia un rallentamento dell’economia, che avrebbe anche l’effetto di intasare di nuovo i tribunali con esecuzioni immobiliari e fallimenti.