Nuove regole energetiche dall’ Unione Europea

Obiettivi dell’Unione Europea

Gli obiettivi della revisione della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, proposta dalla Commissione europea, sono:

  • allineare le regole per il rendimento energetico degli edifici al Green Deal europeo;
  • decarbonizzare il parco immobiliare dell’UE entro il 2050.

La Commissione propone che a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero; per il settore pubblico già a partire dal 2027. Ciò significa che gli edifici devono consumare poca energia, essere alimentati il ​​più possibile da fonti rinnovabili, non devono produrre emissioni da combustibili fossili.

Direttiva UE

La Direttiva UE sulla prestazione energetica nell’edilizia, dopo il primo passaggio in Commissione e Consiglio è ora in discussione al Parlamento Europeo, dove dovrebbe essere votata tra gennaio e febbraio 2023. “Se non verrà modificata, la nuova normativa prevede che entro il 2033, cioè tra 11 anni, l’intero patrimonio edilizio Ue dovrà avere almeno la classe energetica D (ma secondo una bozza che circola a Strasburgo l’Europarlamento potrebbe spostare il limite alla classe C), con l’obiettivo di portare tutti gli immobili alla classe A (zero emissioni) entro il 2050”.

Conseguenze della direttiva 

L’aggiornamento della direttiva europea sull’efficientamento energetico delle abitazioni avrebbe un impatto devastante sull’economia italiana e sulle tasche dei cittadini.
Il problema sta proprio nel fatto che quasi il 50% della ricchezza è rappresentata da immobili e la stragrande maggioranza delle case già esistenti si trova nelle classi energetiche inferiori. Questo significa che il 40% della ricchezza delle famiglie italiane rischia di scomparire a meno di una poderosa crescita delle ristrutturazioni nei prossimi anni, cosa alquanto improbabile dato che in due anni di superbonus al 100% ne sono avvenute poco più di 300.000.  In Italia quasi l’80% delle abitazioni è a rischio perché si troverebbe fuorilegge con gravi conseguenze sul valore degli immobili e sul sistema bancario.
L’effetto sarebbe immediato per le compravendite, dato che al notaio è obbligatorio presentare l’Ape (attestato di prestazione energetica), ma anche il mercato delle locazioni potrebbe essere drasticamente ridimensionato dalle nuove normative visto che l’Ape va allegata anche ai contratti d’affitto.

L’insidia della classe energetica potrebbe scattare perfino sui mutui e i prestiti in essere che hanno un immobile come garanzia, perché se crolla il valore di quest’ultimo anche la garanzia sarà ridimensionata, con effetti a cascata che potranno colpire persino le banche. Queste ultime, del resto, sarebbero coinvolte, perché l’erogazione dei mutui futuri inevitabilmente si restringerà alle sole compravendite di immobili di classe energetica elevata.
L’aggiornamento della direttiva europea sull’efficientamento energetico delle abitazioni avrebbe un impatto devastante sull’economia italiana e sulle tasche dei cittadini. Ecco cosa potrebbe succedere.
Il problema sta proprio nel fatto che quasi il 50% della ricchezza è rappresentata da immobili. Questo significa che il 40% della ricchezza delle famiglie italiane rischia di scomparire a meno di poderosa crescita delle ristrutturazioni nei prossimi anni, cosa alquanto improbabile dato che in due anni di superbonus al 100% ne sono avvenute poco più di 300.000.

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