Il Consiglio dei Ministri ha deliberato di non impugnare la legge della Basilicata sulla circolazione dei crediti fiscali, nota come “legge 20/2023”. Questa decisione apre una nuova era nella gestione dei crediti fiscali in Italia, permettendo la cessione dei bonus rimasti inutilizzati a enti partecipati al di fuori del perimetro della Pubblica Amministrazione.
La legge della Basilicata
La legge della Basilicata stabilisce che la Regione e le società partecipate da essa, che non rientrano nell’elenco delle amministrazioni pubbliche, svolgono un ruolo attivo nella circolazione dei crediti fiscali derivanti da ristrutturazioni. La Regione promuove l’acquisto di tali crediti attraverso i suoi enti pubblici economici regionali e/o società partecipate, consentendo loro di utilizzare la propria capacità fiscale per smaltire tali crediti.
Questa delibera assume una notevole importanza poiché crea un precedente significativo, mettendo fine a possibili contestazioni future su norme simili che potrebbero essere introdotte in altre parti d’Italia.
Alcune regioni, come la Puglia, la Campania, l’Umbria e la Calabria, hanno già presentato proposte di legge simili. Anche la Regione Lazio ha proposto una legge regionale che consentirebbe alle imprese ed agli enti sotto il proprio controllo di acquisire crediti fiscali dal mercato con il supporto di banche ed istituzioni finanziarie
In conclusione, la decisione del Consiglio dei Ministri di non impugnare la legge della Basilicata rappresenta un passo significativo verso una maggiore flessibilità nella gestione dei crediti fiscali in Italia. Questo modello potrebbe portare a benefici concreti per le imprese e le istituzioni coinvolte, aprendo nuove opportunità di finanziamento e agevolando la circolazione dei crediti all’interno del paese. La sua possibile applicazione in altre regioni potrebbe essere il preludio a una riforma più ampia nel sistema fiscale italiano.